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Resident Evil 4, - Recensione -

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~Shazel
view post Posted on 27/5/2008, 21:44




~Resident Evil 4
Piattaforma: PS2
Genere: Survival Horror
Software house: Capcom
Sviluppatore: Interno
Distributore: Halifax


Trattare del nuovo capitolo di “vita” di Shinji Mikami nel momento in cui il concept da lui ideato sembra voler voltare pagina, ci spinge giocoforza a rievocare quel passato fatto di notorietà, cadute e svariati ricordi.
Le serie che durano nel tempo, eccezion fatta per alcuni rari esempi, hanno in comune questo: di accasare nelle proprie fila gruppi di dissidenti, fazioni di irriducibili e, perché no?, continui reclutamenti e qualche caso di diserzione (insomma: una metafora di quanto succede nella special force S.T.A.R.S.).
Come non tutti hanno apprezzato Nemesis (di cui vale comunque la pena ricordare i bivi/alternative concessi) così gli europei hanno mal digerito la cesura della modalità online in un gioco, guarda caso, concepito proprio per sfruttarla (Outbreak).
In tanti hanno poi tralasciato i poco convincenti spin off e non poche sono state le scissioni fra conservatori e riformisti causate da Code Veronica prima e Resident Evil 0 dopo.
Aldilà del fatto che le casse Capcom raramente avranno tremato davanti alle proteste delle minoranze (anzi, proprio perché il fronte dei fedelissimi è quello più numeroso nulla ha impedito alla casa di Street Fighter di prodigarsi più volte in mere conversioni), quasi tutti, al momento della sua uscita, hanno amato “Rebirth” (il remake cubico del primissimo capitolo). Sintomo che proprio l'origine del mito era ancora ed è per tanti la più amata fra le iterazioni videoludiche di Bio Hazard.
Fra gli extra ottenibili a gioco ultimato (insieme a “The Mercenaries”, “Assignment Ada” ed il “Browser Filmato”), sarà possibile accedere anche a cinque capitoli narrativi i quali formano nel complesso “Separate Ways” (è questa un'esclusiva della versione Playstation 2). “Separate Ways” rispolvera alcune situazioni ed ambientazioni già viste, ne garantisce altre e dà la possibilità ai giocatori di controllare via pad la mai dimenticata Ada Wong (anche lei apparsa per la prima volta in Resident Evil 2). Il tutto incrementa la già pregevole longevità del titolo (ottima sia che si consideri la media dei survival horror sia che si prenda ad esempio quella degli action game odierni). Infine, aldilà del tempo e dell'intrattenimento profusi dall'extra (e delle regalie concesse qualora portato a termine), non mancheranno chiarimenti e collegamenti con quella che è la trama principale. Ciliegina sulla torta.
Perché allora non incamminarsi in una nuova strada che possa in futuro essere ricordata con altrettanta nostalgia? Che abbia pensato questo, tempo addietro, il fantomatico “Production Studio 4”?
Ebbene, qualunque siano stati i motivi, la sfida è stata effettivamente raccolta. Dopo anni di lavoro, più progetti scartati in sede di sviluppo, fiere del settore presenziate, esclusive promesse e poi ritirate alla softco più celebre di Kyoto: Resident Evil 4 è da un anno disponibile per Gamecube.
Ora l'accoglienza spetta alla Playstation 2 e la prima cosa che emerge come dato di fatto è che il porting in questione risulta essere di una qualità tecnica sì minore ma comunque inaspettata. Certo: l'eccellente texturizzazione sarà motivo di vanto del cubo Nintendo al pari della più alta qualità degli effetti luce, di quelli particellari e di un più generoso numero di poligoni.
Ma la verità è che, su di un hardware che inizia ad avere alcuni anni alle spalle, nessuno avrebbe previsto una simile prestazione.
Dunque un applauso a Capcom è quanto meno d'obbligo, poiché si è dimostrata capace di garantire anche nella presente versione (per volontà e disposizione di mezzi) un reparto audiovisivo impressionante per cura dei personaggi ed anche degli ambienti (i quali spaziano da castelli a fattorie invasate dal male, da scogliere gelide a fornaci incandescenti, da umide foreste a nauseabonde discariche).
Infatti l'aura malsana che circonda le terre in cui il redivivo Leon Kennedy è accorso per salvare Ashley fa tuttora il suo effetto, e nei primi attimi ci si ritroverà a camminare con un'attenzione spasmodica ed un'evidente diffidenza verso ogni angolo buio.
Sempre nei momenti iniziali si farà del resto la conoscenza della nuova tipologia di nemici (che, come tutti oramai sanno, con gli zombi degli episodi antecedenti hanno in comune unicamente un triste destino non scelto). Più scaltri, più ingegnosi, più vitali e per questo più spaventosi: li si direbbe umani se non fosse per gli occhi di brace e la brutta cera (dimostrazione che qualcosa, qualche parassita e qualche setta stanno agendo su di loro e contro di noi).
La prima abitazione visitata darà ulteriori motivazioni al nostro istinto di sopravvivenza, l'affacciarsi nella piazza con tanto di rogo lo amplificherà al massimo (viste poi le varie opzioni date dall'interazione con gli ambienti).
Con il proseguire dell'avventura si avvertirà tuttavia una sorta di cambiamento (se in bene o in peggio non può che deciderlo la preferenza del fruitore) per quanto concerne l'approccio di gioco e giocatore.
Indubbiamente Resident Evil 4 rappresenta un'evoluzione per le storiche meccaniche della serie, dai movimenti (la locomozione è finalmente svincolata dai ceppi della macchinosità) alle inquadrature (la telecamera virtuale è fissata alle spalle del protagonista), ma è un gioco dell'orrore che pian piano depone, a favore di altre componenti, il fattore della paura causata (non però quello dello stupore).



Fonte
 
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~Fearless
view post Posted on 28/5/2008, 22:07




Semplicemente fantastico.
 
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1 replies since 27/5/2008, 21:44   68 views
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